Trovo che ci siano certe condotte che debbano trovar spazio nelle loro stagioni, nei loro spazi…ad esempio, iscriversi ad una 57K ad agosto sapendo che si correrà a gennaio NON è esempio di buona condotta e atteggiamento…pero io lo feci…
C’è poco da fare, io queste manifestazioni le vivo molto anche prima che abbiano preso il via; non do a vederlo, credo, ma tutto il pout-pourri che le precede fatto alimentazione adeguata durante il race (race mi piace, non abbiatemene!) ricordarsi di bere PRIMA che la sete arrivi, abbigliarsi adeguatamente, la gestione del festival del carboidrato alcuni giorni prima della partenza, colazione del D-Day, insomma, tutto sto casino di principi che conosco a memoria ma che non seguo o seguo male, mi dilata l’appuntamento e me lo fa vivere ben prima dell’inizio.
Domenica 5 gennaio non fa freddo, ma quest’anno è così, l’inverno è pigro e aspetta. Trovo un passaggio in macchina sino a Pese (per la gioia di RossoFulvia che continua a far tutt’uno con il materasso), sveglia alle 5.45, colazione as usual e in poco tempo mi ritrovo bardato a dovere e zompettante tra la chiesa di Pesek e la linea della partenza. Partirò alle 7.40, 10‘ dopo che i primi (i più fighi!) avranno iniziato.
Con me due cari amici: Lele Bratina, quasi estemporaneo “cimmino” visto che subentra al pettorale di un’amica che non corre, e Attila, del BoraMultisport.
Scoprirò solo alla fine che c’è anche Maria Grandesso, nuova leva CIM che purtroppo non conosco e che, per la cronaca, arriverà prima di tutti e noi tre…w le donne!
Devo farne 57, i primi 19 ad anello quasi a “cucire” la Valle, tante sono le salite e discese che si fanno per ritornare a ridosso della partenza, a Draga S. Elia; Beka e il castello di Socerb/Socerga in Slovenia, il Monte Carso, la Bukovec, il Cippo Comici e Santa Maria in Siaris, poi giù a Bottazzo e su di nuovo per le rovine del Funfenberg sino a Draga. Da qui in poi sarà un lungo e sinuoso percorso fino a dopo le antenne di Conconello e più in là Monte Grisa, che abbiamo iniziato ad intravedere salendo verso la sella del Monte Carso, complice anche il tempo che ci regala sole e caldo becco. Mi fa specie un tizio che, bastoncino da Nordic, sguardo confuso e ansimante come pochi mi chiede, salendo al cippo…” Quanto manca?!” … non saprò mai se e quando è arrivato a Visogliano!
Gareggiare in casa propria (non me la sento di scrivere correre) è figo, senza dubbio; gestisci meglio la logistica ed i momenti pre e post gara. È però anche un casino perché conosci i sentieri, le salite, sai quello che ti aspetta e, almeno io, faccio a lotta per cercare di non sapere quello che in realtà conosco, ed anche piuttosto bene.
Ad esempio, sapevo, ed ho espiato a dovere, che la salita che taglia in parte il Globojner e che si stacca dalla fine della strada romana, proprio a ridosso dell’area di ricerca di Padriciano, è “Bonomea scansati proprio!”
Avevo ben chiaro e li ho pagati tutti i saliscendi che ti accompagnano sino a campeggio dell’Obelisco dal Monte Belvedere.
Ma sapevo anche che, arrivato all’Obelisco, mi sarebbe rimasta solamente una mezza maratona…solamente…
Nota positiva…dall’Obelisco in poi i ristori si sprecano; complice la 21 che partiva da qui, sino all’arrivo ce ne saranno 4, roba da saziarsi se uno crede. Ma visto che non si è ad un convivio enogastronomico e si cerca di portar gambe e frattaglie a Visogliano, non me li godo come si dovrebbe vista anche la quantità e qualità delle vivande.
Ma via andare…Contovello, e giù sino a quasi toccare via del Pucino per poi risalire a Santa Croce, Bosco Babiza, la salitissssssssima verso la vedetta Liburnia, le pietraie verso Aurisina, il “cinque” con Daniele all’ultimo ristoro dove non mi fermo perché me ne mancano solo poco più di 5…il sentiero dei pescatori, la zona artigianale di Aurisina, sono vicinissimo all’arrivo! Ma niente, mi/ci rifanno scendere sul mare, giù con corde fisse a mo’ di passamano, l’attraversamento della strada costiera, il tramonto che mi prende sulla spiaggia della costa dei Barbari, i piedi nel mare per l’alta marea, Portopiccolo, la risalita verso Sistiana, meno di due ormai e le gambe reggono, corricchio, sottopasso dell’autostrada, Yo-Yo, che mi sorprende e riconosce, al guinzaglio con RossoFulvia, gli ultimi metri fatti praticamente in famiglia, il campo di calcio, il gonfiabile dell’arrivo, riesco anche a correre….9 ore 35’ e rotti…ormai è buio, il sole è un premio per quelli più a ovest, è tutto molto bello.
Un po’ di folklore per chiudere…
Sono partito con 3 fette biscottate con il miele, tre barrette, del miele in una miniborraccia…all’arrivo erano ancora integri
Al 14°, sul monte Carso, un importante sbrego alla scarpa destra, fortunatamente nella parte superiore, mi ha costretto a svuotarmi, di tanto in tanto, da pietre e terra.
Rimpiango la birra artigianale che mi è stata offerta al ristoro di santa Croce ma che ho rifiutato (ma perché !??!?)
Il lunedì deambulavo a malapena, martedì ho nuotato, mercoledì ho ripreso a corricchiare, giovedì mi sono iscritto alla 67k dell’Istria Trail di aprile
Ale (aka Sandrone)